Astragali. Gioco, iconografia e funzioni

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Astragali. Foto da eenwagenvolverhalen.nl.
Voglio fare un gioco con te…

Ok, detto così sembra la frase del film horror Saw, l’Enigmista (però lo devi leggere con la giusta intonazione o non vale!), ma giuro di non avere inquietanti fini se non quello di farti conoscere uno dei più affascinanti giochi dell’antichità largamente rappresentato nelle immagini vascolari e non solo: il gioco degli astragali!

Non temere, ne approfondiremo tutti gli aspetti, non solo quelli goliardici, e ci soffermeremo su importanti aspetti della produzione vascolare!

L’astragalo, ἀστράγαλς, scientificamente è un osso del tarso posteriore di piccoli capi di bestiame (es. capre), che corrisponderebbe a grandi linee al nostro tallone . Esso era usato o direttamente o con riproduzioni in diversi materiali (oro, argento, bronzo, piombo, vetro, avorio, terracotta, marmo, terracotta invetriata, cristallo di rocca, agata, onice, ecc).
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Astragali in vetro, cobalto e ambra (III-II sec. a.C.). Foto da pinterest.com.
IL GIOCO

Secondo Erodoto (1, 94) il gioco fu inventato dai Lidi. Fonti letterarie e ritrovamenti archeologici testimoniano l’usanza in Grecia già a partire dall’epoca omerica, per poi giungere sino a Roma.

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Giocatrici di astragali. Gruppo scultoreo in terracotta da Capua (340-330 a.C.). Foto da ancientcapua.com.

Sostanzialmente tutto si basava nel lanciare queste ossa, ma vi erano più di un gioco in cui usarli:

  1. Pari e dispari (ἀρτιασμός; par et impar). Consisteva nello scegliere a caso degli astragali da una piccola sacca o scatola per poi indovinare se il loro numero fosse pari o dispari. Adatto sia ai bambini che agli adulti.

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    Giovane con sacca per astragali. Frammenti di chous (450-400 a.C.). Atene, Museo dell’Agorà, inv. P9528. Foto da Archivio Beazley.
  2. Il cerchio (εἰς ὤμιλλαν παίζειν). Ogni giocatore doveva lanciare entro un cerchio, posto alla medesima distanza, i propri astragali e spostare quelli del concorrente avversario. Adatto sia ai bambini che agli adulti.

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    Gioco del cerchio. Roma, Basilica Giulia. Foto da sites.google.com/site/archeoludologa.
  3. La fossetta (τρόπα). Consisteva nel gettare gli astragali in un piccolo buco nel terreno. Adatto sia ai bambini che agli adulti.

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    Gioco della fossetta. Roma, Basilica Giulia. Foto da sites.google.com/site/archeoludologa.
  4. Le cinque pietre (πενταλίϑοις παίζειν). Consisteva nel lanciare gli astragali in aria e riprendendoli sul dorso della mano destra. Quelli caduti a terra dovevano essere raccolti durante il successivo lancio di quelli presi. Adatto sia ai bambini che agli adulti. Se vuoi approfondire le regole di questo gioco ti consiglio la lettura dell’approfondimento sul sito archeofriuli.it.

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    Niobe, le figlie e Leto. Dipinto su marmo, Ercolano. Foto da vesuvioweb.com.
  5. Di questo, adatto agli adulti, le notizie sono lacunose e probabilmente era proprio il gioco originario.

    Sappiamo solo che su ogni astragalo erano presenti lettere o figure, in base ai quali si assegnava il punteggio per ogni lancio.  Di alcune figure conosciamo il nome e valore: il peggior colpo era detto cane o avvoltoio; il migliore risultava di 4 facce di differente valore (1, 3, 4, 6) ed era detto Venereil colpo di Stesicoro valeva 8; il colpo di Euripide valeva 40. Di altri colpi si conosce solo il nome. Il modo più semplice per vincere era di ottenere il maggior numero di punti e al vincitore spettava un premio che consisteva nell’insieme delle penalità pecuniarie dovute dai giocatori che avevano fatto i colpi peggiori.

ALTRE FUNZIONI

Ma l’uso degli astragali era solo per gioco?

Niente è mai come sembra, soprattutto in archeologia…

L’astragalo aveva, infatti, altre tre funzioni:

  1. funzione apotropaica. Come testimoniano i fori presenti negli esemplari trovati in contesti funerari, gli astragali erano indossati come monili portafortuna, o singolarmente o inseriti in composizioni più complesse, quali collane, orecchini, pendagli o bracciali.
  2. divinazione (ἀστραγαλομάντεια, astragalomanteia). Il lancio degli astragali da parte del sacerdote innanzi al simulacro del dio era uno dei metodi per predire il futuro, in base alla disposizione che le ossa assumevano dopo il lancio. Il rito consisteva nel sacrificio dell’animale, nella declamazione di particolari preghiere e nel successivo lancio delle ossa. Questo spiegherebbe i grandi quantitativi di questi tipi di reperti in contesti sacri.
  3. simbolo ponderale e monetario, come si evince da alcuni pesi attici di uno statere in piombo, su alcune didracme di Atene, su monete di Calcedonia, di Kelenderis e di Mallos, di Paphos, di Imera, e su pezzi di bronzo italioti (aes grave) da Lucera e da Gubbio. Oggetti quali pesi e lingotti potevano avere, infatti, forma di astragali.
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Foto da deamoneta.com.

p.s. utile per la comprensione del testo:

aes formatum – oggetti premonetali con forme proprie

aes signatum – lingotti di bronzo su cui è impressa una immagine codificata

aes grave – evoluzione dell’aes signatum, dalla forma rettangolare o rotonda, più monetale, e sempre con una immagine codificata riportata al dritto e al rovescio.

ICONOGRAFIA E FORME VASCOLARI

Il gioco degli astragali è spesso rappresentato nelle immagini vascolari. I giocatori sono sia bambini che adulti, persino donne, e divinità.  Vediamo un paio di esempi:

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Giocatori di astragali.Gruppo di Boston 10.190, chous (450-400 a.C.). Malibu, Paul Getty Museum, inv. 96.AE.28. Foto da Archivio Beazley.
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Dafne seduta gioca coi gli astragali. Squat lekythos (400-300 a.C.). Baltimora, Walters Art Gallery, inv. 48.84. Foto da Archivio Beazley.
Interessante aspetto della produzione vascolare sono dei vasi modellati proprio a forma di astragalo!

Ma che tipo di vasi sono? Tralasciando per un attimo la strana forma data, essi appartengono al gruppo dei vasi potori (cioè usati per bere) o per libagioni e, nella fattispecie, sono askoi e rhyta: 

  • Askòs (ἀσκός). Nelle fonti il termine è dato usualmente a recipienti di pelle. Ve ne sono vari tipi: il principale ha un piccolo corpo schiacciato, fondo piatto, collo impostato fuori centro, obliquamente, cui si attacca un’ansa arcuata che si estende lungo tutta la parte superiore. Era usato o come unguentario o per riempire le lampade ad olio.
  • Rhytòn (ῥυτόν). è una sorta di tazza a forma di testa di animale o di corno. Ve ne sono vari tipi ed è decorato tridimensionalmente con figure di animali, parti di animali (es. chele) o gruppi figurativi. La forma nasce nel Vicino Oriente.

Spesso sono modellati con la forma di astragali. Ecco un esempio:

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Askos italiota. Copenhagen, National Museum, inv. 831. Foto da Archivio Beazley.

Nella produzione vascolare sono presenti anche veri e propri astragali ceramici, anche figurati. Ecco un esempio:

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astragalo attico (470-450 a.C.). Londra, British Museum, inv. 1860-1201.2. Foto da britishmuseum.org. Sotto: vista laterale dello stesso.

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RAPPRESENTAZIONI PITTORICHE

In questo tipo di rappresentazioni sono presenti per lo più donne, come il già citato dipinto su marmo da Ercolano, e bambini. In quest’ultimo caso famosissimo è il dipinto, proveniente dalla Casa dei Dioscuri a Pompei e conservato nel Museo Archeologico di Napoli, raffigurante Medea che medita di uccidere i figli mentre loro giocano con gli astragali:

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Foto da http://www.latinorum.tk/teatro/seneca-tragedie/medea/medea-museo-archeologico-nazionale-di-napoli-da-pompei-casa-dei-dioscuri-medea-medita-di-uccidere-i-suoi-figli-intenti-a-giocare-con-gli-astragali-guardati-con-mestizia-dal-pedagogo/.
RAPPRESENTAZIONI SCULTOREE

Non mancano gruppi scultorei relativi ai nostri astragali.

Abbiamo già citato lo splendido gruppo da Capua, vediamo altri esempi:

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Fanciulla che gioca con gli astragali. Foto da archeofriuli.it.
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Rilievo di un archigallo in cui sono presenti strumenti rituali del culto di Cibele, tra cui un flagrum (una frusta) fatto di astragali infilati in tre cordicelle. Foto da aediculaantinoi.wordpress.com.
MONETE

Sono moltissimi i reperti in cui son rappresentati gli astragali, ne ho scelto qualcuno per darti un’idea:

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Foto da lamoneta.it
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Dracma, ex Collezione Moretti, da Imera (475-470 a.C.). R/ astragalo. Foto da lamoneta.it.
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Didolo di Kierion (400-350 a.C.). R/ La ninfa Arne gioca con gli astragali. Foto da lamoneta.it.
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Tetrobolo di Abdera (386/5-375 a.C.). R/ Hermes e astragalo. Foto da lamoneta.it.
GLITTICA

Nell’archivio Beazley è presente una gemma in cui Eros è seduto per terra con accanto un’oca. In primo piano sono presenti due astragali. Dubbia l’interpretazione del reperto, probabilmente aveva funzione apotropaica.

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Gemma n149. Foto da Archivio Beazley.

***

Spero di aver contribuito alla conoscenza di questo splendido pezzo della nostra storia qual è l’astragalo!

E detto ciò… io almeno una partitella a “pari e dispari” la faccio… vuoi giocare con me?

Al prossimo articolo, miei cari followers!

A. R.

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Se vuoi approfondire, ti rimando all’esaustivo contributo di J. De Grossi Mazzorin e C. Minniti L’uso degli astragali nell’antichità tra ludo e divinazione e la voce “astragalo” dell’Enciclopedia Treccani.

Riferimenti bibliografici per la stesura dell’articolo:

Caré, B., Il gioco degli astragali un passatempo tra antico e moderno, in Ludica 15-16, 2009-2010, pp. 32-42.

De Grossi Mazzorin, J. – Minniti, C., L’uso degli astragali nell’antichità tra ludo e divinazione, in Atti del 6° Convegno Nazionale di Archeozoologia, Orecchiella 2009, pp. 213-220.

De Nardi, M., Gli astragali: contributo alla conoscenza di un aspetto della vita quotidiana, in QuadFriulA 1, 1991, pp. 75-88.

Lambrugo, C. – Slavazzi, F. (a cura di), I materiali della Collezione Archeologica “Giulio Sambon” di Milano. 1. Tra alea e agòn: giochi di abilità e di azzardo, Università degli Sudi di Milano, All’insegna del giglio, Firenze 2015, pp. 75-80.

Rohlfs, G., L’antico giuoco degli astragali, in Quaderni e Studi 2, Firenze, 1965.

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AGGIORNAMENTO 1/9/2017: Questo articolo è uno dei miei lavori più copiati, rimaneggiati e spacciati come opere altrui da pagine di archeologia e cultura su Facebook e Instagram.

Ringrazio, invece, tutti quelli che condividono in maniera corretta e rispettando la mia dignità creativa.

 

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