Età classica

La nuova tecnica a figure rosse, ampiamente sperimentata in tutte le sue possibilità dalla generazione dei Pionieri, è ormai adottata ufficialmente.

La produzione a figure nere continua, almeno fino a tutto il primo ventennio del secolo, per piccoli vasi da unguenti. Solo le anfore panatenaiche continueranno fino in età ellenistica.

Dal punto di vista stilistico:

  • l’occhio delle figure si apre verso l’interno spostando in avanti la pupilla
  • i panneggi alternano le pieghe arcaiche a coda di rondine alla caduta verticale dello stile severo (480-450 a.C.)
  • i volti perdono le angolosità arcaiche in favore di un mento più tondo e pronunciato, un naso più lungo e una bocca piccola e carnosa.

Una grande parte della produzione è dedicata alle coppe, nella loro funzione di vasi da simposio (tema caro ai pittori del primo stile severo perché permette di giocare sulle analogie tra la raffigurazione  e la funzione effettiva del vaso) e di offerte votive. La difficoltà di questa forma vascolare è legata all’inserimento di una o più figure nello spazio circolare del tondo interno e alla decorazione della superficie esterna, fortemente convessa, rastremata e interrotta dalle anse: ciò quindi dimostra una grande abilità pittorica.

Al 500 a.C.risalgono i pittori di coppe di IIª generazione: le composizioni mostrano una rottura con i motivi iconografici e stilistici dei pittori della prima generazione e l’elemento distintivo è la bordura, a meandro, intorno al tondo interno e che costruisce la base dei fregi esterni.

Dopo la vittoria sui Persiani (490 a.C.) le botteghe ripresero in pieno la loro attività e i commerci si intensificarono nuovamente. Ben presto (475-450 a.C.) entrarono in crisi e iniziano a suddividere la produzione secondo filoni diversi:

  • il primo è quello dei manieristi, che enfatizzano l’eleganza delle figure tipica dello stile tardoarcaico),
  • il secondo (dal 470 a.C.) è quello dei pittori che ridussero, alla dimensione dei vasi, i temi delle grandi pitture polignotee. Prediligono vasi di grandi dimensioni e dipingono composizioni complesse.

Con questi pittori termina la grande stagione della ceramica attica, che continua nel secolo successivo con opere più modeste, dipinte con temi dionisiaci e scene di genere.

L’esperienza e la tecnica dei pittori e dei ceramografi attici darà vita, poco dopo la metà del V secolo a.C., alla produzione italiota a figure rosse che proseguirà nella seconda metà del secolo e in quello successivo, con caratteri sempre più autonomi di alto livello artistico.

 

Bibliografia

A. Giuliano, Storia dell’arte greca, Carocci, Bari 2008, pp. 335-354

G. Bejor – M: Castoldi – C: Lambrugo, Arte greca. Dal decimo al primo secolo a.C., Mondadori 2013, pp. 209-220, 268-276

 

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