Titani e Giganti non sono la stessa cosa!

Giganti e Titani sono due categorie ben distinte nel mito greco, ma spesso confuse e addirittura ritenute la stessa cosa. Entrambi appartengono alla sfera dell’extra-umano, ma sono ben distinti tra loro.

Cerchiamo di fare chiarezza.

Titani

Come ci ricorda Esiodo (Th. 421 ss.), i Titani sono figli di Gea (Terra) e Urano (Cielo) e nati dalla pioggia che fecondò la terra. Sono definiti πρότεροι θεοί (próteroi theoí; cfr. Hes. Th. 424), letteralmente “i primi dèi, gli dèi anteriori, gli dèi precedenti” . Ma cosa significa?

I racconti titanici trattano degli dèi che appartengono a un passato tanto remoto che noi riconosciamo soltanto da una particolare specie di storie, in cui essi figurano in una determinata funzione. Il nome Titani, con cui non li definiamo, ha designato per lunghissimo tempo la divinità del Sole* e pare che originariamente fosse l’alto titolo attribuito agli dèi del cielo, ma agli dèi del cielo molto antichi, non ancora assoggettati ad alcuna legge e selvaggi. Per noi essi non erano divinità a cui si attribuisce culto, eccettuati forse Crono ed Elio – seppur vogliamo contare tra loro anche dio Sole domato e soggetto a certe leggi – che qua e là avevano i loro culti. Essi erano invece dèi che avevano parte soltanto nella mitologia.

[K. Kerényi, Gli dèi e gli eroi della Grecia, il Saggiatore, Milano 2014, p. 30]

*Helios, Elio

I Titani, quindi, sono divinità primordiali precedenti agli déi olimpici (Zeus, Era, ecc.) e che furono da questi sconfitti: secondo le fonti, infatti, Zeus si ribellò al padre Crono e ai Titani e, dopo che Gea gli disse che per vincere occorreva l’aiuto di Obriareo, Cotto e Gige. Essi erano gli Ecatonchiri (“dalle cento mani”, mitiche creature con cento braccia e cinquanta teste) che Crono aveva relegato nel Tartaro:

Non appena il padre prese a odiare nell’intimo Obriareo

e Cotto e Gige, li incatenò con ceppi potenti,

invidioso della loro eccezionale vigoria, dell’aspetto,

della statura, e li confinò sotto la terra dalle larghe strade.

Laggiù dolori patendo nella sotterranea dimora,

erano relegati all’estremità, ai limiti della grande terra,

da tempo angosciati nel cuore e grande lutto soffrendo.

Ma il Cronide* e gli altri immortali,

che Rea dalla bella chioma generò nell’amore di Crono,

per consiglio della Terra** li condussero alla luce ancora;

Perché la Terra avendo loro detto tutto quanto estesamente,

che con quelli avrebbero riportato la vittoria e splendida fama.

         [Hes. Th. 617-628; trad. it. C. Cassanmagnago]

*Zeus, figlio di Crono

** Gea

Ma continuiamo a leggere i versi di Esiodo, che mostrano come entrambi gli schieramenti soffrissero la fatica per la decennale guerra (Titanomachia) in corso:

Da lungo tempo infatti combatterono soffrendo la fatica che addolora il cuore,

gli uni contro gli altri in potenti scontri,

gli dei Titani e quanti erano nati da Crono:

gli uni, gli illustri Titani, dall’alto Otri*,

dall’Olimpo gli altri, gli dei datori di benefici

che Rea dalla bella chioma aveva generato unendosi a Crono.

Essi, allora, impegnati gli uni contro gli altri nella lotta che addolora il cuore,

combattevano senza posa da più dieci di dieci anni

né v’era alcun scioglimento della dura competizione né fine,

per nessuno dei due partiti: in pari restava l’esito della guerra.

Ma quando a quelli** furono offerti tutti i rifornimenti opportuni,

il nettare e l’ambrosia, di cui gli stessi si nutrivano nutrono,

nei petti di tutti crebbero coraggio e vigoria,

quando ebbero gustato netta da amabile ambrosia […].

         [Hes. Th. 628-642; trad. it. C. Cassanmagnago]

*Monte della Tessaglia

** Obriareo, Cotto e Gige.

Secondo Apollodoro, inoltre, Gea predisse a Zeus che la vittoria sarebbe stata possibile anche con l’aiuto dei Ciclopi, rinchiusi anch’essi nel Tartaro. Zeus scese negli Inferi e li liberò dalle catene:

Fu allora che i Ciclopi donarono a Zeus il tuono, il fulmine e la folgore, a Plutone  l’elmo, a Poseidone il tridente. Con queste armi essi sconfissero i Titani, e dopo averli rinchiusi nel Tartaro posero a sorvegliarli gli Ecatonchiri. poi gli dèi si spartirono il dominio con un sorteggio: a Zeus toccò il regno del cielo, a Poseidone del mare, a Plutone dell’Ade.

          [Apollod. Bibliotheca 1, 2, 1. Trad. it. G. Paduano]

Gli Olimpici, quindi, riuscirono a sconfiggere i Titani con estrema difficoltà e solo con l’aiuto dei Giganti e delle armi fornite dai Ciclopi. Questo è importante per comprendere quanto i Titani fossero divinità incredibilmente forti!

 

Giganti

Riprendiamo il caro e buon vecchio Esiodo.

Egli afferma che i Giganti sono anch’essi nati da Urano e Gea, ma in circostanze davvero particolari e che risalgono al momento in cui Crono (padre di Zeus) evirò il padre Urano (nonno di Zeus quindi):

Perché gli schizzi di sangue, quanti s’eran prodotti,

tutti accolse Gaia*; e col passare degli anni

ella fece nascere le potenti e Erinni e i grandi Giganti

lampeggianti nelle loro armi, tra le mani e i lunghi giavellotti,

e le Ninfe che chiamano Melie sulla terra senza confini.

[Hes. Th. 183-187; trad. it. C. Cassanmagnago]

*Gea, la Terra

Secondo Apollodoro, invece, la loro nascita fu la conseguenza dell’ira di Gea per aver visto i sui figli Titani sconfitti:

Ma Gea si adirò per la sorte dei Titani e insieme a Urano generò i Giganti, esseri smisurati per grandezza del corpo e invincibili per forza essi: erano d’aspetto spaventevole, con una grande chioma e una lunga barba, e avevo nei piedi scaglie di serpente. Secondo quanto dicono alcuni nacquero a Flegra, secondo altri a Pallene; e scagliavano contro il cielo roccia e querce infiammate.

[…]

Gli dèi avevano ricevuto un oracolo secondo il quale nessuno dei Giganti avrebbe potuto essere ucciso da un essere divino: essi sarebbero periti quando  fosse accorso in aiuto un mortale.
Saputo questo, Gea si mise a cercare una pozione magica per impedire che i Giganti fossero uccisi da un uomo; ma Zeus vietò ad Aurora, Selene* ed Elio** di risplendere e precedette Gea tagliando con le proprie mani l’erba magica. Poi inviò Atena a chiedere il soccorso di Eracle*** […]

         [Apollod. Bibliotheca 1, 6, 1]

* La Luna

** Helios, il Sole

*** Eracle, infatti, era mortale

Indipendentemente dalla loro nascita, quindi, anche i Giganti si scontrarono con gli dei olimpici (Gigantomachia) e persero, grazie all’intervento di Herakles.

 

RICAPITOLIAMO

Titani e Giganti sono tutti figli di Gea e Urano: per Esiodo i primi sono nati dalla pioggia che Urano fece cadere dal cielo e con la quale fecondò la terra, e i secondi sono nati dal sangue in seguito dall’evirazione dello stesso Urano. Non mancano, tuttavia, altre varianti, come quella di Apollodoro.

In ogni caso, i Titani erano dei immortali e finirono rinchiusi nel tartaro, mentre i Giganti erano mortali e furono sterminati.

Storie di ordinaria follia nel mito greco, non trovate?

 

Lo so che questo articolo è lungo e racchiude tante informazioni, ma spero una volta e per tutte di aver chiarito la differenza tra Giganti e Titani, anche nella speranza di non vedere più castronerie in giro sui social, né di essere insultata da chi sostiene che i Titani non fossero divinità! Ridiamo che è meglio…

***

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