Gli strumenti musicali: il tympanon

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Q Painter, kilyx (400-300 a.C.), Mosca – Pushkin State Museum of Fine Arts inv. II1B432. Satiro danzante con tirso e timpano.
Il progetto finalizzato ad illustrare gli strumenti musicali nell’antica Grecia sta riscuotendo un po’ di successo (grazie!) e, nella speranza di migliorare e crescere sempre più, oggi ti propongo uno strumento tra i più interessanti: il tympanon. Conosciamolo insieme, anche grazie alle immagini vascolari…Il timpano (τύμπανον) fa parte della sezione dei membrafoni ed era costituito da una superficie di pelle di bue tesa dentro un cerchio ligneo o di metallo, munito maniglie per facilitarne l’impugnatura (vedi immagini sotto), simile al nostro tamburello. Il suono era cupo ed era prodotto percuotendo con il palmo della mano le pelle.
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Frammento di cratere a campana (475-375 a.C.). Oxford – Ashmolean Museum inv. G738.

Era uno strumento leggero, la cui forma era piatta o alle volte cava.

Poteva avere campanelli metallici o sonagli, fissati sul telaio da cordicelle che percuotevano la pelle quando lo strumento era agitato.

Questo strumento era perfetto per dare il ritmo alle danze o ai canti, per lo più religiosi: come gli altri strumenti a percussione, il suo ritmo incalzante favoriva l’esaltazione dei partecipanti, fino a raggiungere anche stadi di trance. È attestato anche in contesti funebri, elemento concordante con l’attribuzione a divinità ctonie.

Era uno strumento fondamentale nei culti orgiastici di Dioniso, di Cibele e di Attis, divinità queste ultime che hanno avallato la tesi dell’importazione dalla Frigia, e in effetti un’origine orientale è indicata anche dalle fonti. Chi mi conosce bene sa che tra di esse la mia preferita è Euripide! Leggiamo insieme dei suoi versi, tratti dalle Baccanti, in cui Dioniso incita le sue adepte a seguirlo (il tiaso, infatti, è il corteo dionisiaco) e a levare in alto i timpani:

Avanti, mio tiaso,

voi che avete lasciato il Tmolo, baluardo della Lidia,

voi donne che ho portato con me da paesi barbarici,

mie compagne di sosta e di viaggio,

levate in alto i timpani frigi,  inventati da Rhea madre e da me!

[E. Ba. 55-59; trad. it. Angelo Tonelli].

Nella decorazione vascolare è associato:
  • al corteo dionisiaco, infatti è impugnato da satiri e menadi
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Piatto (425-375 a.C.). Copenhagen – National Museum inv. B166. Tiaso dionisiaco  con Dioniso su pantera e tirso in mano, Eros, satiri, menadi con timpano.
  • alla sfera femminile
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Coperchio di pixis (400-300 a.C.). Adolphseck, Schloss Fasanerie inv. 65. Scena domestica con donne.
  • a scene di komos, corteo danzante
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Cratere a campana (400-300 a.C.). Vienna – Kunsthistorisches Museum inv. 948. Scena di komos.
  • raramente alle sirene
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Cratere III secolo a.C. Foto da unipa.it
Possiamo notare, in generale, due generi di timpani:
  • di grandi dimensioni e privi di decorazione
  • gli altri più piccoli, in uso dal IV secolo a.C., spesso ornati di nastri, di tintinnabula e di pitture.
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Walter-Dresden Painter, cratere a campana (400-300 a.C.). ARV² 1437.1. Tiaso dionisiaco con menadi e satiri. Da notare i nastri che ornano il timpano.
IL MITO

I miti associati al timpano sono quelli dei Cureti e della nascita di Zeus.

  • i Cureti

Erano un popolo stanziato in Etolia, ma ben presto furono cacciati da Etolo, giunto dal Peloponneso.

Un’altra versione li definisce originari dell’Eubea e figli di Combe e Soco, i cui nomi erano: Primeo, Mimante, Acmone, Damneo, Ocitoo, Ideo, Melisseo. Erano, dunque, sette. Questa versione narra che furono cacciati, insieme alla madre, dal loro paese di origine e costretti a peregrinare per la Grecia: le fonti attestano la loro presenza a Creta, in Frigia, dove allevarono Dioniso, e in Attica, dove il re Cecrope li aiutò a vendicarsi di Soco e ritornare in patria.

Interessante la figura della madre, Combe. Secondo una tradizione calcidica, era chiamata anche Calci (chalkòs, bronzo), perché fu colei la quale inventò l’uso delle armi in bronzo. Era proprio battendo quest’ultime, in particolare le lance, sugli scudi che i Curati erano soliti danzare, una sorta di danza in armi al suono scandito delle armi.

Esistono, tuttavia, altre versione che indicano diverse genealogie e che li definiscono come un popolo col dono della profezia.

  • la nascita di Zeus

In realtà anche questa versione è legata ai Cureti, in particolare al loro soggiorno a Creta.

Il mito narra che Crono, padre di tutti gli dei, divorava i suoi figli appena nati per paura di essere spodestato. La moglie Rea, al momento di  dare alla luce Zeus, si nascose in una grotta sul monte Ida a Creta e affidò il piccolo alle cure della ninfa Amaltea (secondo altre fonti in realtà era una capra e alla sua morte Zeus ne usò la pelle per farne la sua armatura, la potentissima egida). La nutrice, per nascondere i vagiti del neonato chiese ai Cureti di eseguire la loro famosa danza guerriera e canti rumorosi, accompagnati dal suono dei timpani, e così Zeus fu salvo e, raggiunta la maggiore età, le paure di Crono divennero realtà (Se vuoi approfondire leggi l’articolo La Grande Madre).

Ancora una volta abbiamo constatato come dietro un semplice oggetto di uso quotidiano in realtà si nasconda un sapere e una tradizione che fanno di quella greca una delle civiltà più affascinanti del mondo antico!

Che ne pensi di queste opere? ti è piaciuto questo articolo? vuoi condividere con me e gli altri utenti un tuo pensiero o un approfondimento? hai qualche curiosità in particolare?

Non aspettare: commenta questo post!

N.B. Tutte le immagini dei vasi di questo articolo sono tratte dal Beazley Archive.

 

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17 commenti

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  5. Vi ringrazio di questo post perché mi aiuta a capire parte della filosofia presocratica.

    Di Tympanon, nella Grecia antica vi erano due tipi, come avete scritto voi:

    “Possiamo notare, in generale, due generi di timpani:

    di grandi dimensioni e privi di decorazione
    gli altri più piccoli, in uso dal IV secolo a.C., spesso ornati di nastri, di tintinnabula e di pitture.”

    Quelli di grandi dimensioni non erano facilmente impugnabili come si vede anche nel frammento di cratere a campana (475-375 a.C.). Oxford – Ashmolean Museum inv. G738. dove si vede bene il manico per l’impugnatura e la loro forma era come una grossa tazza o pentola in ceramica la cui parte superiore era ricoperta da un pellame di bovino ben teso !

    Che dimensioni potevano avere quelli più grandi prima del IV sec. a.C.?

    1. Ciao Aldo e benvenuto nel mio blog! Grazie per aver commentato e contribuito al post… sono felice che ti sia piaciuto e ti sia servito.
      Per filosofia presocratica in rapporto alla teoria musicale ti riferisci in particolare a Pitagora?
      Basandomi soprattutto sulle rappresentazioni vascolari, posso affermare che le dimensioni dei timpani prima del IV secolo a.C. potevano raggiungere anche i 60-70 cm di diametro e una profondità di 10-15 cm, ecco la necessità di un’impugnatura.
      Grazie ancora e a presto!

      1. Di nulla! Grazie a lei !

        Se mi dice che il Tympanon era tra 60-70 cm di diametro osservando la prima figura:

        Q Painter, kilyx (400-300 a.C.), Mosca – Pushkin State Museum of Fine Arts inv. II1B432. Satiro danzante con tirso e timpano.

        Si otterrebbe una profondità media di 26 cm. Ho misurato sulla ceramica con un righello il diametro da voi indicato ( 60-70 cm= è pari a: cm 6 e la profondità è pari: cm 2 . Se facciamo la proporzione media: 60 + 70 = 130 cm.

        130: 2 = 65. diametro medio.

        la proporzione sarà: 65: 6 = x : 2 ; ovvero : (65 x 2) : 6 = 21,66666. circa 22 cm la profondità.

        Partendo dalla prima figura, se sovrapponiamo il tympanon al satiro danzante, lo strumento arriverebbe all’altezza del suo bacino e la profondità coprirebbe il bacino stesso del satiro, giusto? Se ne deduce che questo strumento potrebbe avere avuto una dimensione d’uomo pari a un diametro di circa un metro e una larghezza o profondità conseguente pari a 33/34 cm. Giusto? Una bella dimensione!

        1. Il ragionamento è corretto ma parte da presupposti poco applicabili nell’arte vascolare, nel senso che le dimensioni delle figure rappresentate nella ceramica non sono sempre esatte perché vi è un fattore incalcolabile: la capacità artistica del pittore. Non sempre le proporzioni degli oggetti sono reali, ecco perché non possiamo fare affidamento su un tympanon disegnato in prospettiva, ma è comunque utile per darci un’idea approssimativa dell’oggetto. Le misure da me fornite non si basano, infatti, sul ristretto campo di reperti inseriti nel post ma da tutti quelli analizzati nell’archivio Beazley (un database di ceramica consultabile anche online). L’indicazione di 60-70 cm è una media, ma una profondità di addirittura 33 cm è improbabile perché il peso sarebbe stato eccessivo per il tipo di strumento.

  6. La ringrazio molto del contro-commento: non sapevo di questo archivio Beazley…pensa che in questo archivio possano dare anche delle stime metriche riguardo l’ampiezza dei bracci di una grande bilancia che si ritrova raffigurata sulle antiche ceramiche greche e forse anche su quelle apparse nelle raffigurazioni tombali egizie?

    Volevo chiederle, tornado al nostro tympanon, quelli raffigurati sono tympanon di tipo impugnabile, ma esistevano tympanon da appoggio a terra? Che lei sappia c’erano tympanon più grandi di quelli esposti nel post che venivano appoggiati a terra e non impugnabili?.

    Credo che questo strumento ( utilizzato anche in guerra) fosse nato casualmente ricoprendo uno scudo militare con una pelle di bue, magari utilizzati inizialmente per riparare temporaneamente cibi da insetti o formiche, quindi per sigillare il cibo il pellame veniva chiuso con una corda lungo il bordo circolare dello scudo e da qui, forse, provando a percuotere la pelle, è nato il suono particolare del tympanon….chissà

    1. L’archivio è un database di ceramica, al suo interno si trovano le info generali del vaso e relativa bibliografia scientifica. Se è interessato a capire meglio come funziona il sito, La invito a consultare le pagine del menu di questo blog https://laceramicaantica.org/strumenti-per-lo-studio-della-produzione-vascolare/ e https://laceramicaantica.org/esercitazione-attribuzione-vascolare/: in esse spiego dettagliatamente di cosa si tratta e come funziona questo strumento per l’analisi vascolare.
      Per quanto riguarda l’uso, invece, fonti letterarie e iconografiche non attestano l’uso a terra.
      L’origine dello strumento, infine, ha una valenza cultuale, come descritto nel post, e non legata alla sfera bellica.
      A presto e grazie per l’interesse dimostrato per il mio blog!

  7. la ringrazio molto delle informazioni, spero di non tediarla, ma l’interesse per il mondo artistico antico o più artigianale arcaico è anche il mio principale interesse di storico della matematica, poiché essendo un ricercatore autodidatta dal 1977 ho dimostrato con pochissime possibilità di errore ( e contro un mondo accademico ostile e invidioso: più arrogante che intelligente) che l’algebra il teorema “di Pitagora”, il rapporto aureo, lo sviluppo dei poligoni e dei poliedri sono nati tutti dalle antichissime mani artigiane sumere degli eccellenti impastatori di argilla, così come la filosofia greca, l’astronomia terrestre e nautica, la cartografia, gli elementi, l’ottica e la catottrica, i fenomeni di Euclide ecc. sono nati tutti per merito delle mani di un grandissimo viaggiatore,commerciante, abile geometra e pratico-artigiano: Talete di Mileto.

    1. Tediarmi? Assolutamente no, la condivisione è l’anima di questo blog! Come ho scritto nella mia bio , “questo sito è nato così, dalla mia semplicità, dalla voglia di condividere la mia passione, dalla volontà di instaurare un dialogo con tutti coloro i quali vorranno partecipare. La diffusione della conoscenza è il primo passo verso la tutela e la valorizzazione di essa: questo è il mio credo, questo è il mio sito”.
      Lei e le Sue idee siete i benvenuti.
      A. R.

  8. Allora penso che andremo d’accordo!

    le lascio vedere un mio articolo su come i sumeri avrebbero ottenuto i poligoni, a partire dal modulo quadrato di quattro mattoni ( da me coniato: diagramma di argilla) dentro una disposizione a girotondo tipica e visibile nella più antica ceramica di Samarra ma anche, scaturita dalla gestualità quotidiana durante la disposizione circolare delle pietre per fare il fuoco.

    Articolo pubblicatomi sul sito di atuttascuola dell’ottimo prof.Luigi Gaudio:

    http://www.atuttascuola.it/collaborazione/bonet/files/i_mattoni_matematici.pdf

    Sulla stessa strada i sumeri visualizzarono per primi il teorema” di Pitagora” già ai tempi Otzi (3200 a.C.) qui:

    http://www.atuttascuola.it/collaborazione/bonet/IL%20TEOREMA%20DI%20PITAGORA.pdf

    Per tutto il resto, se ne avrà voglia,qui:

    http://www.atuttascuola.it/collaborazione/bonet/

    Grazie e a presto

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