Gli strumenti musicali: l’aulòs

aulos
Proto Panaetian Group, kylix ARV² 1577, (525-475 a.C.)

Qualche giorno fa ho trovato un interessantissimo articolo di Matteo Rubboli, blogger su Vanilla Magazine, sulla possibile canzone più antica del mondo. Secondo l’approfondimento sarebbe l’inno dedicato alla divinità Nikkal e risalente al 1400 a.C. (Leggi l’articolo qui). Malgrado la differenza cronologica sia notevole, la notizia mi ha suggerito l’idea di fare una serie di post sugli strumenti musicali dell’antica Grecia. E se non vi dovesse piacere questo progetto, beh…potete sempre “suonarmele”! Tanto per rimanere in tema… Oggi iniziamo con l’aulòs!

Gli strumenti musicali nell’antica Grecia sono numerosi e le immagini vascolari sono una fonte essenziale per capirne struttura e utilizzo.
L’aulòs fa parte della sezione degli aerofoni ed infatti è uno strumento a fiato, suonato da solo o in formazione con voce e strumenti a corda. È paragonabile ad un nostro flauto moderno e presenta fori laterali per il diteggio, chiamati trèmata or trypèmata, e un bocchino.

I materiali usati per la costruzione dell’oggetto erano vari: poteva esser fatto di legno, canna, osso, avorio o metallo.

I suonatori di questo strumento sono detti auleti.

Essi potevano suonare o un singolo aulòs o due contemporaneamente (doppio aulòs):  in quest’ultimo caso i due auloi non erano necessariamente della stessa lunghezza.

doppio aulos
Frammento di anfora, Museo Nazionale di Antichità di Parma inv. C74 (500-450 a.C.)
Per suonare questo strumento occorreva una grande potenza di fiato (ben documentata nelle immagini vascolari tramite guance gonfie) e, per favorire la spinta, gli auleti indossavano la phorbéia, una specie di imbracatura in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui erano inseriti i bocchini dello strumento.
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Berlin Painter, frammento di hydria, ARV² 210.176 (525-475 a.C.)
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Epiktetos Painter, frammento di kylix, Museo del Louvre inv. CP87 (525-475 a.C.).
Come quasi ogni cosa nell’antichità, anche questo strumento affonda le sue radici nel mito.
Due sono le varianti del mito.
  1. Fu inventato dalla dea Atena con l’ausilio di una canna. Provò a suonarlo ma, specchiandosi in un fiume, si rese conto di quanto il viso fosse deformato a causa delle guance ingrossate per lo sforzo  e gettò lontano lo strumento.
  2. Fu inventato dalla dea Atena con ossi di cervo, durante un banchetto degli dei. Era e Afrodite, vendendole le guance gonfie, la presero in giro e così la dea si recò sulle rive di un fiume in Frigia per specchiarsi. Constatando il gonfiore ridicolo delle guance, scagliò lontano lo strumento, maledicendo chiunque l’avesse raccolto ai più terribili castighi.
In entrambi i casi l’aulòs fu raccolto dal sileno Marsia.

 

aulos_marsia
Codrus Painter, chous, Berlino – Antikensammlung inv. F2418 (450-400 a.C.)

Egli era talmente soddisfatto della scoperta da sfidare Apollo, dio della musica che è solito suonare una lyra (strumento a corde), in una gara di musica. Il dio accettò a patto che chi avesse perso avrebbe subito la punizione scelta dal vincitore. Marsia perse la sfida e fu condannato ad essere scuoiato vivo appeso ad un albero. Secondo le fonti Apollo si pentì di tale scelta e, dopo aver spezzato la sua lyra, tramutò Marsia in un fiume.

marsia_apollo
Painter of Munich 2325, cratere a calice ARV²1165.74 (450-400 a.C.). Marsia, seduto su una roccia, suona un doppio aulòs alla presenza di Apollo, stante e con un ramo di lauro nella mano destra. In primo piano la lyra del dio.

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N.B. Tutte le immagini dei vasi di questo articolo sono tratte dal Beazley Archive

 

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