E la luna bussò…
…in casa mia! E parlo pure con cognizione di causa. Uno dei miei vicini ha la radio ad un volume improponibile e sta ascoltando la famosissima canzone E la luna bussò di Loredana Berté (ascoltala!). Come si fa poi a non scriverci su un post? Come avrai facilmente intuito, oggi parliamo della luna…
Selene in Grecia, Luna a Roma, ma ugualmente affascinante e irraggiungibile per ogni civiltà antica.
GRECIA
Selene è la personificazione della Luna, figlia di Iperione e di Teia o di Pallante o di Elio.
Ebbe molti amori: Zeus, con cui generò Pandia, Pan, il quale le aveva donato una mandria di buoi bianchi, e il pastore Endimione, dal quale avrebbe avuto cinquanta figlie.
È raffigurata come una giovane donna su un carro trainato da due cavalli e una luna, crescente o piena, sulla testa o in prossimità di essa.
ROMA
Luna è la versione romana di Selene.
Era considerata una divinità secondaria, ma tuttavia aveva un tempio sul colle Aventino. Esso fu costruito dal re Servio Tullio e rimase distrutto nell’incendio del 64 d.C. Non fu più riedificato e ciò rende difficile la collocazione. Le fonti narrano di un prodigio: un forte e improvviso vento scardinò una delle porte del tempio, facendola sbattere nella parte posteriore del Tempio di Cerere. Di quest’ultimo conosciamo l’esatta ubicazione, quindi è probabile che il Tempio di Luna si trovava nella stessa area settentrionale del colle, vicino alla Porta Trigemina. Cerchiamo di capire usando le piante del colle Aventino e del Foro Boario:
Per quanto riguarda l’iconografia della divinità, nell’arte romana non ci si discosta da quella greca. Non è raro trovare rappresentato il mito del pastore Endimione o il volto di Luna accanto a quello di Giove.
Nel campo della glittica, ho scelto tre gemme particolarmente interessanti, sia per gli attributi con i quali Luna è identificata sia per la bellezza dei reperti:
Nel campo della scultura, infine, ho scelto tre esempi famosi e altrettanto significativi:
Arco di Costantino (315 d.C.) – Tondo marmoreo con Luna su una biga, trainata da due cavalli, che si immerge nell’Oceano, accompagnata da Eros.
Altare conservato al Louvre (II secolo d.C.) – Luna al centro, affiancata a sinistra da Lucifer (la stella del mattino) e a destra da Espero (la stella della sera).
Selene, Musei Capitolini – La statua è stata rinvenuta nei pressi di Porta San Sebastiano ed è una copia romana di prima età imperiale di un originale greco degli inizi del IV secolo a.C.
CULTO
Associata al culto di Artemide e di Ecate, di per sé Selene/Luna non rientra nella sfera degli dei maggiori. È tuttavia evidente il legame con il mondo ultraterreno e ben conosciuta è la sua importanza nei riti magici. Quella crescente, infatti, presiedeva ai riti notturni e, secondo Pindaro (fr. 104 S.-M.), era invocata nelle preghiere delle giovani donne per propiziare i loro amori, a differenza degli uomini che invocavano il Sole.
Nella Grecia arcaica le piante a lei consacrate erano il pero e l’alloro ma in seguito vi fu una trasposizione delle prerogative della dea ad altre divinità: ecco, infatti, che l’alloro diventa pianta sacra ad Apollo, Artemide è identificata come la Luna crescente e propiziatoria e il pero diventa sacro ad Era e Atena.
Forte è anche il legame con il culto della Grande Madre, il ciclo produttivo della terra, strettamente connesso alle fasi lunari, e al ciclo vita/morte, infatti inizialmente era la divinità che presiedeva al parto, caratteristica poi divenuta di Era.
A Roma l’introduzione del suo culto fu ad opera di Tito Tazio (Varrone, De lingua latina 5, 74) e la festa per la dedicatio cadeva il 31 marzo, poi sostituita con il 13 agosto, giorno dedicato a Diana (Artemide greca).
Se sei interessato al fenomeno dell’eclissi lunare e come era interpretato nell’antichità, ti consiglio la lettura di Eclissi di luna nel mondo antico di Luigi Zusi.
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N.B. Tutte le immagini dei vasi e delle gemme di questo articolo sono tratte dal Beazley Archive.
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