Chi è Deianira?
Secondo Apollodoro, Deianira era figlia di Eneo, re di Calidone, e Altea, a sua volta figlia di Testio. Egli, tuttavia, ricorda la variante che attribuisce la paternità a Dioniso.
Deianira spiccava per doti non convenzionali:
Ella conduceva il cocchio e si addestrava alle arti della guerra; fu per ottenerla come sposa che Eracle lottò contro l’Acheloo.
[Apollodoro, Bibliotheca 1, 8, 1. Trad. it. G. Guidorizzi]
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L’unione con Herakles
Le sue virtù conquistarono il cuore di Herakles che ottenne la sua mano dopo aver sconfitto Acheloo:
Eracle, giunto a Calidone corteggiò Deianira, figlia di Eneo: per ottenere la sua mano lottò contro l’Acheloo, che aveva assunto l’aspetto di un toro, e gli spezzò una delle corna. Così Eracle sposò Deianira […].
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 5. Trad. it. G. Guidorizzi]
![acheloo .jpg](https://www.laceramicaantica.org/wp-content/uploads/2016/06/acheloo.jpg)
Dall’unione con l’eroe nacquero Illo, Ctesippo, Gleno e Onite. A proposito di Illo, tra le immagini vascolari ne spicca una di un’infinita dolcezza: si tratta di un cratere a campana conservato all’Antikensammlungen di Monaco di Baviera (inv. 2398) del IV secolo a.C. e sul quale sono visibili, al centro, Deianira seduta con Illo sulle ginocchia che protende le braccia verso il padre. Completano la scena un uomo seduto di fronte a un’erma, una donna con phiale e oinochoe, un uomo stante con bastone. La scena si svolge all’esterno, come dimostrano le ante della finestra aperte verso i protagonisti e l’albero sulla destra.
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la violenza di Nesso
Nesso, Centauro proveniente dalla Tessaglia, era il traghettatore che trasportava i viaggiatori da una sponda all’altra dell’Eveno, fiume dell’Etolia.
Un giorno Herakles e Deianira giunsero al fiume. L’eroe lo attraversò da solo, mentre la donna fu trasportata in groppa da Nesso che, colpito dalla sua bellezza, decise di farle violenza.
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Le grida di Deianira, però, giunsero al marito che decise di intervenire: Nesso fu trafitto al cuore mortalmente da una freccia dell’eroe con la punta intrisa del veleno dell’Idra.
Prima di morire, tuttavia, decise di vendicarsi ed escogitò un piano:
il centauro, sul punto di morire, chiamò accanto a sé Deianira e le disse che se voleva procurarsi un filtro d’amore da somministrare a Eracle doveva mescolare il seme che egli aveva sparso sulla terra e il sangue che colava dalla ferita della freccia. Ella fece così e custodì presso di sé il filtro.
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 6. Trad. it. G. Guidorizzi]
![](https://www.laceramicaantica.org/wp-content/uploads/2023/06/deianira2-197x300.png)
infedeltà e morte
Il mito narra Eurito, signore di Ecalia, offrì la figlia Iole come premio per chi avesse sconfitto lui e i suoi figli in una gara di tiro con l’arco. Herakles volle partecipare, vinse la gara ma non ottenne la donna perché il re e gli altri figli si opposero per paura che il semidio uccidesse la futura prole come aveva già fatto con i figli avuti da Megara. Dopo diverse vicissitudini, Herakles a Trachis uccise il re Eurito e i suoi figli e portò con sé come schiava la figlia Iole. Giunse poi a Ceneo, un promontorio dell’Eubea, dove innalzò un altare a Zeus. Con l’idea di voler compiere sacrifici in onore del padre, mandò a Trachis l’araldo Lica affinché prendesse una veste preziosa con la quale celebrare i riti.
Fu proprio Lica che raccontò di Iole a Deianira che, temendo che lo sposo si fosse innamorato della giovane, si ricordò delle parole di Nesso:
Convinta che il sangue sgorgato da Nesso fosse veramente un filtro d’amore, con quello impregnò il chitone; Eracle lo indossò e si dedicò al sacrificio, ma appena il chitone cominciò a scaldarsi, il veleno dell’Idra prese a corrodergli la pelle. Allora Eracle afferrò Lica per i piedi e lo scagliò giù dal promontorio; poi cercò di strapparsi il chitone che gli aderiva al corpo, ma insieme a quello si laceravano anche le carni. Prostrato da questa sciagura venne trasportato per nave sino a Trachis; Deianira, quando apprese l’accaduto, s’impiccò.
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 7. Trad. it. G. Guidorizzi]
![](https://www.laceramicaantica.org/wp-content/uploads/2023/06/deianira-238x300.png)
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