Occhio, malocchio & co.

occhio_HISCHYLOS POTTER

Hischylos Potter, kylix ARV² 41.40 (525-475 a.C.)

Da sempre l’uomo ha cercato e creato simboli di buono augurio, di protezione, di richiamo delle energie positive dell’universo e per propiziare la fortuna e contrastare il malocchio.

Questa è una costante di ogni civiltà, dalla preistoria ai giorni nostri. Oggi abbiamo corni rossi, ferri di cavallo, determinati riti con olio o sale e così via, e nell’antica Grecia?

Scopriamolo insieme… Ho solleticato la tua attenzione? Beh, incrocio le dita (tanto per rimanere in tema) e spero di sì!

Ogni simbolo e rito di cui ho parlato prima si definisce apotropaico, letteralmente “che allontana gli influssi maligni”.

Nella produzione vascolare greca essi sono principalmente l’occhio, il gorgonèion e gli organi sessuali. Come puoi intuire alcuni di questi simboli apotropaici sono riscontrabili anche in civiltà precedenti e posteriori a quella greca.

L’occhio
Celebri tra i vasi greci sono le coppe che presentano sulla parete due grandi occhi (come quella di copertina al post, in questo caso compreso di naso).

Bevendo la coppa è avvicinata al viso e ciò comporta che quest’ultimo venga totalmente coperto dal vaso. Chi sta di fronte al bevitore vede, quindi, solo due grandi occhi: il vaso diventa come una maschera posta sul viso che fissa lo spettatore. Perché? Gli occhi fungono da protezione contro i malefici del vino, contro gli sguardi maligni degli spettatori che osservano chi beve, addirittura un mezzo per lanciare agli altri il malocchio o per dare la sensazione ai convitati di essere controllati nonostante il volto coperto. Danno una parvenza di controllo sulla sorte propria e altrui.

Come simbolo di protezione, esso è presente anche in contesti ben diversi dal bere: la guerra, la lotta in armi e la danza in armi (la cosiddetta pirrica). Lo scopo era proteggersi dalla morte e dagli attacchi del nemico, ecco perché lo troviamo in genere sugli scudi.

occhio_scudo

Charmides painter, neck amphora, ARV² 654.3 (475-425 a.C.)

Il gorgonèion
È la testa della gorgone Medusa, che pietrificava col solo sguardo il malcapitato che osava guardarla negli occhi, recisa da Perseo.

La testa presenta zanne di cinghiale al posto dei denti e serpenti per capelli. È l’incarnazione della morte, di fronte alla quale si è inermi, come pietrificati, e rappresenta uno dei simboli apotropaici greci più importanti. Moltissimi sono i vasi su cui è rappresentato: sia come attributo della dea Atena (se vuoi approfondire questo aspetto ti consiglio la lettura del post Tutta questione di attributi…), che lo pone sul suo petto una volta donatole da Perseo, sia raffigurato sugli scudi dei guerrieri, sia come una vera e propria maschera contro gli influssi maligni.

gorgone

 Gruppo di Londra E 311, hydria ARV² 218 (500-450 a.C.)

Gli organi sessuali
Il fallo eretto è presente in diversi contesti iconografici, prima fra tutti le scene erotiche e di corteggiamento (se vuoi approfondire questo aspetto ti consiglio la lettura dei post Sex&Drugs&Rock&Roll e Il Kottabós ovvero il gioco dell’amore) e in ambito dionisiaco.

Ha, quindi, diversi significati a seconda delle scene rappresentate: simbolo apotropaico, di fertilità e fecondità. Esempi sono le scene in cui è raffigurata un’erma: era una pietra angolare sormontata da una testa e da una parte del busto scolpiti, collocata principalmente lungo le strade, negli incroci, sui confini delle proprietà terriere.

Raffigurava in origine il dio Ermes ed era simbolo di protezione della proprietà terriera e dei viaggiatori.

Erma_fallo

Pan Painter, cratere a colonnette ARV² 551.10 (500-450 a.C.)

In futuro ritornerò sull’argomento analizzando altre opere, analizzando anche l’epoca e l’arte romana, al fine di trattare questo tema in maniera ancor più dettagliata. 

***

Che ne pensi di queste opere? ti è piaciuto questo articolo? vuoi condividere con me e gli altri utenti un tuo pensiero o un approfondimento?

Non aspettare: commenta questo post!

N.B. Tutte le immagini dei vasi di questo articolo sono tratte dal Beazley Archive

 

Tutti i diritti riservati. È assolutamente vietata qualsiasi forma di riproduzione parziale o totale del testo e delle immagini di questo sito.

17 commenti

    1. Non posso che darti ragione. Ciò che mi colpisce sono gli orecchini, un attributo non presente in tutte le altre raffigurazioni di Medusa, come se il pittore ne volesse sottolineare la natura femminile. Più che un’immagine di morte, sembra più una maschera grottesca, quasi ironica, per esorcizzarne la paura.

  1. Pingback: O Fortuna, velut luna… – La ceramica antica

  2. Non concoscevo il significato degli occhi diointi sui vasi… Per quanto riguarda i simboli fallici in funzione apotropaica, una studiosa pugliese che si chiama Beatrice Andrano Cestari ha approfondito in questo senso il ricorso alle colonne poste davanti ai portoni di alcuni palazzi nobiliari. Esse non avendo una funzione strutturale poiché ancorate solamente al suolo, ricoprirebbero appunto una funzione apotropaica, dato che riprodurrebbero la forma dei falli. Comunque sia, in questo ambito c’è un mondo da scoprire..

    1. Non posso che concordare! è un ambito davvero affascinante… Per quanto riguarda lo studio citato, per favore potresti condividere con me altri dettagli? Sai per caso se la dott.ssa Andrano Cestari ha pubblicato e il titolo dello studio? Sembra davvero interessante, ma non ho trovato nulla sul web. Mi piace scambiare opinioni, conoscere cose nuove, approfondirne altre e condividere tutto!

  3. Valerio Seiano

    Salve,
    grazie per le spiegazioni.
    Mi chiedevo se era possibile avere le fonti cui ha attinto per la simbologia apotropaica delle coppe “a occhioni”, argomenti cui sono molto interessato.
    Grazie ancora, saluti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: Contenuto soggetto a copyright