Vulcano e il suo amor tradito

Ogni volta che ricordo il tradimento subito dal dio Vulcano (Efesto greco) ad opera della consorte Venere (Afrodite greca), mi viene in mente una delle mie canzoni preferite, che ha proprio come tema il tradimento: Eye in the sky del famoso gruppo musicale The Alan Parsons Project (ascoltala qui!).

Nel testo un uomo si definisce “un occhio nel cielo”, chiaro riferimento al romanzo 1984 di George Orwell, che, ferito dalle bugie e dai tradimenti della compagna, lascia la donna alle illusioni di un tempo ormai andato (se vuoi leggere tutta la traduzione, clicca qui!)

Torniamo al nostro povero Vulcano, approfondiamo l’episodio mitico e vediamo insieme qualche opera relativa…

Vulcano è il dio del fuoco.
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Dutuit Painter, neck-anfora ARV² 306.2 (500-450 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

I suoi attributi iconografici sono: tenaglie, martello, pylos (un tipo di copricapo usato dagli artigiani), alcuni pezzi di metallo infiammato, i cosiddetti μύδροι e l’exomìs, un chitone allacciato solo sulla spalla destra, tipico degli schiavi e degli artigiani.

Ma perché i suoi attributi sono così importanti in funzione dell’episodio mitico del tradimento? Semplice… l’atto sessuale di Venere e Marte (Ares greco) fu compiuto proprio nella fucina di Vulcano, come dimostrano gli utensili da fabbro e la fornace in secondo piano in una gemma in corniola in cui la dea cerca di trattenere il suo colpevole amante con voluttuose carezze.

 

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Gemma in corniola, inv. T113. Foto da Archivio Beazley.
Il mito, però, non è clemente con i due adulteri.

Si narra che testimone fortuito dell’amplesso fu Helios, il Sole, che subito informò Vulcano. Terribile fu la vendetta di quest’ultimo: egli preparò delle invisibili catene e le nascose nel talamo dove i due erano soliti consumare il loro amore. La trappola invisibile sarebbe scattata non appena i due si fossero adagiati sul letto, rimanendo così bloccati (Hom. Od. 266-366).

 

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Ares e Afrodite intrappolati nelle catene di Efesto, scultura in terracotta (IV sec. a.C.). Foto da iconos.it.

 

La trappola scattò e la punizione fu che Vulcano invitò gli altri dei ad assistere alla “preda” catturata e rendere così di dominio pubblico il tradimento della moglie. I due furono derisi da tutti gli dei e Vulcano ebbe la sua vendetta!

 

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Vulcano svela l’adulterio di Marte e Venere agli dei Giove, Minerva, Giunone, Nettuno, Mercurio. Medaglione su vaso (I sec. d.C. ca.). Lione – Museo Nazionale. Foto da iconos.it.
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Vulcano svela l’adulterio di Marte e Venere agli dei Nettuno, Apollo, Diana, Cibele, Attis, Luna, Mercurio, Solem Ercole, Bacco, Sonno e Tellus. Sarcofago, bassorilievo (160-180 d.C.). Roma – Palazzo Altemps. Foto da iconos.it.
L’amore tra Venere e Marte ebbe molto successo in letteratura.

Tra le fonti antiche pervenute spicca il  De cuncubitu Martis et Veneris, tramandatoci dall’Antologia Latina ed attribuito a Reposiano.

Nell’opera, che non risparmia particolari sensuali, il tema fondamentale è il rapporto amoroso tra i due adulteri:

 

«(…) Che baci, ora languidi ora ardenti, chiede la bocca

inesausta all’altra bocca! Le gambe stupende di Venere

non negano più l’ultimo dono della voluttà

all’ardore di Marte. Le membra aderiscono alle membra

come serpi avvinghiate»

[Reposiano, De concubitu Martis et Veneris, 105-109. Trad. it. C. Calabrò]

 

Se vuoi approfondire ti consiglio la lettura del mio approfondimento L’amplesso di Marte e Venere, dove riporto i versi e la traduzione dei passi di Reposiano relativi all’amplesso vero e proprio e condivido delle opere raffiguranti il rapporto amoroso tra queste due divinità…

 

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