Congiunzioni astrali, Marte ducit!

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Il pianeta Marte. Foto da astrofili-vittorioveneto.it

 

Un weekend astrale questo che stiamo vivendo in Italia! Che spettacolo… Sul sito www.greenme.it ho letto un interessantissimo articolo di Roberta De Carolis dal titolo Luna – Marte – Saturno: in arrivo la triade delle notti di luglio, in cui si afferma che dal 14 al 16 luglio i tre copri celesti saranno visibili allineati in una terna e si spiega, nel particolare e con il supporto fotografico, il fenomeno. Non preoccuparti, hai ancora stanotte per vederlo!

Dal canto nostro, invece, scopriamo insieme la personificazione divina di uno di questi corpi celesti e la sua importanza cultuale e nel mito: ladies and gentlemen, ecco a voi Marte…

 Il dio e i suoi miti

È la trasposizione romana dell’ellenico Ares, dio della guerra e figlio di Era e Zeus (Giunone e Giove per i romani).

Secondo P. Grimal (P. Grimal, Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, p. 394) il suo culto era presente nelle regioni italiche ancor prima di questa unificazione cultuale, anche se i suoi miti a noi tramandati sono quasi esclusivamente di origine greca. Di origine italica è senza dubbio il mito che lo identifica come padre di Romolo e Remo, la cui madre era Rea Silvia, e quello che lo associa ad Anna Perenna.

Anna Perenna era la dea romana della vegetazione annuale, onorata in un bosco sacro a nord di Roma, sulla via Flaminia, e rappresentata con i tratti di una vecchia. Il mito narra che Marte la scelse come intermediaria fra lui e Minerva (l’Atena greca), oggetto dell’amore del dio. Il piano era quello di far diventare Anna la governante di Minerva e ispirarle parole d’amore per suscitare in lei il desiderio del dio. Ella, però, ingannò Marte: ben sapendo l’incorruttibilità della dea, si sostituì a lei all’appuntamento notturno organizzato dal dio e, al momento della consumazione dell’amplesso, lei scoprì il suo volto deridendo Marte. Probabilmente è questo il motivo per cui si cantavano canzoni oscene durante la sua festa, che cade il giorno delle Idi di marzo (15 marzo), il vecchio capodanno romano.

Alcuni mitografi lo identificano anche come il dio della vegetazione (ancora una volta, dunque, associato ad Anna Perenna), della primavera e della giovinezza, non a caso, infatti, il mese a lui dedicato era Marzo: in esso hanno inizio il rifiorire della natura e le campagne militari, destinate ai giovani uomini.

Gli altri miti a lui connessi sono tutti di origine greca, come ad esempio quello relativo al legame sessuale con Venere (Afrodite greca). Una gemma che ha catturato la mia attenzione è quella in cui la dea, sposa fedifraga di Vulcano, dio del fuoco e trasposizione romana di Efesto, cerca di trattenere il suo colpevole amante Marte con voluttuose carezze. Ciò che colpisce è che l’amplesso si sia consumato proprio nella fucina del marito, come dimostrano gli utensili da fabbro e la fornace in secondo piano.

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Gemma in corniola, inv. T113. Foto da Archivio Beazley.
Gli attributi e gli animali sacri 

Gli attributi erano lancia, scudo, spada ed elmo (vedi l’ultima immagine di questo articolo), come Ares (vedi l’articolo Tutta questione di attributi…), e gli animali a lui sacri erano il picchio e il lupo, entrambi descritti dalle fonti come le guide in nuove terre per i giovani a lui consacrati che si accingevano a fondare nuove colonie.

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Marte. Musei Capitolini (fine I sec. d.C.). Foto da http://www.museicapitolini.org/collezioni/percorsi_per_sale/palazzo_nuovo/atrio/statua_colossale_di_marte_pirro

 

Il culto 

Molte erano le festività a lui dedicate. Come già detto, il mese per antonomasia era marzo, ma altre feste erano in febbraio, maggio e ottobre. Vediamole insieme:

  • Equirria

Erano giorni sacri (il 27 febbraio e il 14 marzo) dedicati alla purificazione dell’esercito e a glorificare il mos maiorum. Tipiche erano le corse di cavalli nel Campo Marzio, il cui nome è da riferire proprio al dio.

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Il Campo Marzio. Foto da F. Coarelli, Roma. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2001, p. 313.

 

  • Agonium Martiale

Le Agonie o dies agonales erano feste religiose dedicate a varie divinità, in base al giorno stabilito, venerate tramite numerosi sacrifici di animali. Quello in onore di Marte, l’Agonium Martiale, cadeva il 17 marzo.

  • Quinquatrus e Tubilustrum

Il Quinquatrus (o Quinquatria) era una festività dedicata a Minerva e celebrata il 19 marzo. Secondo alcune fonti il nome deriverebbe dal fatto che la festa si svolgeva cinque giorni dopo le Idi di marzo (15 marzo), ma successivamente, come ricorda Ovidio (Ov. fast. 3, 809 ss.) furono aggiunti altri quattro giorni in cui erano organizzati scontri di gladiatori, celebrazioni, spettacoli teatrali, corse e agoni letterari per il piacere del popolo. Il quinto giorno (23 marzo) era dedicato al Tubilustrium, rituale di purificazione delle trombe da guerra (tubae) e degli scudi sacri dei Salii Palatini (vedi Feriae Martis) e la preparazione e consacrazione delle armi a Marte dopo la pausa invernale.

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Esemplare di tuba. Foto da arkmilano.com.

La tuba era molto simile alla salpinx greca, se vuoi approfondire ti rimando all’articolo Gli strumenti musicali (3): la salpinx.

  • Feriae Martis

Dall’1 al 24 marzo i Salii Palatini (dodici sacerdoti col compito di decretare il passaggio dal tempo civile – mesi invernali – a quello militare e viceversa) percorrevano la città in una processione, danzando e cantando il cosiddetto Carmen Saliare, e portavano ciascuno uno scudo sacro di forma ovale, l’ancilum. Questi scudi erano poi purificati durante il Tubilustrum e conservati nella Regia il giorno successivo.

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Denario romano (moneta in argento) in cui sono rappresentati due ancilia (17 a.C.). Foto da romanumismatics.com.
  • October Equus

La festa cadeva il 15 ottobre e l’evento fondamentale era la tradizionale corsa di bighe in cui uno dei cavalli del tiro del vincitore era sacrificato a Marte.

  • Ludi Martiales Circenses

Cadevano il 12 maggio, per celebrare l’erezione dell’edicola di Marte (Aedes Martis) sul Campidoglio (20 a. C.), e l’1 agosto, per celebrare la dedica del tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto (2 a. C.). Consistevano in giochi circensi in onore del dio.

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Pianta del Foro di Augusto, nel cerchio il Tempio di Marte Ultore. Foto da F. Coarelli, Roma. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2001, p. 131.
  • Armilustrium

Cadeva il 19 ottobre e si svolgeva sul colle Aventino. Era dedicato alla purificazione delle armi (la lustratio) e alla loro conservazione per l’inverno. Esse erano poi riprese per il Tubilustrium.

  • Suovetaurilia

Si svolgevano nel Campo Marzio e avevano cadenza quinquennale. Protagonista era un grande sacrificio in onore del dio consumato sull’altare a lui dedicato (Ara Martis).

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Localizzazione dell’Ara Martis nel Campo Marzio settentrionale. Foto da F. Coarelli, Roma. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2001, p. 317.

Nel Campo Marzio meridionale, infine, vi era un tempio a lui dedicato, fatto costruire da Bruto Callaico intorno al 135 a.C.

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Campo Marzio meridionale e occidentale. Foto da F. Coarelli, Roma. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2001, p. 322.

Se vuoi approfondire la dea Luna, ti consiglio la lettura del mio articolo E la luna bussò…, in cui spiego nel dettaglio i miti ad essa collegati, i riti, il culto e l’iconografia.

Per la figura di Efesto, invece, ti rimando all’articolo Etna. Ninfa, madre e paradiso in terra.

Concludo con un’altra splendida gemma dell’Archivio Beazley in cui sono raffigurati Marte, la sua amata Venere e Cupido (l’Eros greco) che tiene la spada del dio…

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Gemma in corniola, inv. T112. Foto da Archivio Beazley.

Che ne pensi di queste opere? ti è piaciuto questo articolo? vuoi condividere con me e gli altri utenti un tuo pensiero o un approfondimento? hai qualche curiosità in particolare?

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Ti sei perso qualche articolo? Nessun problema, vai sulla pagina Schema articoli del blog e cerca il mito o l’approfondimento che più ti interessa tra quelli già pubblicati… buona lettura!

 

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8 commenti

  1. Marte, il bellissimo dio e il bellissimo pianeta.
    Se non sbaglio nella guerra tra greci e troiani lui si era schierato per la città di Ettore.
    E tuttavia sono i greci ad avere la meglio, con la dea Atena dalla loro parte.
    L’antagonismo tra Atena e Ares mi ha sempre affascinata: due modi di intendere la guerra che hanno costruito le generaziomi e i popoli: da una parte il furore cieco e la sete di sangue senza requie, dall’altra strategia e raziocinio, tattica e intelligenza tipica dei conquitatori.
    Uno spunto per un prossimo articolo?
    Grazie ancora per queste perle!

    1. Sì, hai proprio centrato il punto: la dea delle abilità tecniche, una stratega, conto il dio del sangue versato cruentemente sui campi di battaglia… In effetti è un valido argomento per un articolo, quindi, accetto con piacere!
      Grazie per il commento, come sempre…

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