Symbolon, segno di riconoscimento e identità

Il symbolon è in generale un segno di riconoscimento. Tra parenti, ospiti, amici… e, a proposito di amici, oggi approfondiremo questo argomento grazie alla richiesta del mio amico Enzo Formisano, follower da sempre di questo sito e meraviglioso maestro artigiano di ceramica presso l’Offic Lab.

 

Il gesto delle dexiosis (darsi la mano destra) in segno di amicizia o per sugellare un patto o un affare. Foto da wikipedia.org.
Cos’è il symbolon?

Nell’antico uso greco il termine designava un mezzo di controllo o di riconoscimento ottenuto spezzando irregolarmente in due parti un oggetto (per es., una medaglia), in modo che chi ne avesse una potesse farsi riconoscere facendola coincidere con l’altra.

[da treccani.it]

Ciascuna delle due metà o pezzi corrispondenti di un ἀστράγαλος [astrágalos] o altro oggetto, che due ξένοι [xénoi], o due parti contraenti qualsiasi, hanno rotto tra loro, ciascuna delle parti conservando un pezzo, per avere la prova dell’identità del presentatore dell’altro.

[dal Lexicon Liddell-Scott].

 

Il symbolon, in generale, può essere definito come una prova tangibile. Ma di cosa?

Come si evince dalla consultazione del Lexicon Liddell-Scott e di un buon dizionario di greco (es. GI, s.v. σύμβολον, p. 1896), vediamo che può essere un segno di riconoscimento, una prova d’identità, un contrassegno, un permesso d’ingresso, un segnale convenuto, una parola d’ordine, un presagio, un contratto, una garanzia, un certificato, un credo o simbolo religioso, un’allegoria.

Ad Atene era persino chiamata così la tessera per l’accesso all’assemblea, per l’ingresso dei giudici in tribunale, per la riscossione del compenso [cfr. Aristotele (Ath. 68.2), Aristofane (Ec. 297) e Demostene (18.210)].

 

Foto da warwick.ac.uk.

 

Sono molti, quindi, i significati che possiamo attribuire a questo oggetto, ma il comune denominatore è che esso rappresenta un simbolo riconosciuto da tutti quelli che hanno dato ad esso un significato ben preciso: sociale, giuridico, economico o persino religioso e iconologico.

Il symbolon è, quindi, un legame tra due contraenti, tra due persone, tra due realtà, basato sulla sua unicità e riconoscibilità.

Da notare è soprattutto il suo risvolto a livello sociale, ma per fare ciò dobbiamo partire dal principio.

Francesco Clemente, Symbolon (1977). Foto da https://arthur.io/art/francesco-clemente/symbolon.

 

L’origine del Symbolon

in origine ognuna delle due metà combacianti di un oggetto che due ospiti o parti contraenti potevano esibire come prova d’identità.

I riferimenti in letteratura sono tanti, per esempio Eubulo (70.2), Aristotele (EE. 1239b, 31), Erodoto (6.86), Euripide (Med. 613; Ion. 1386), Lisia (19.25), Sofocle (Ph. 403).

Un po’ come gli innamorati di oggi che si divino un ciondolo a forma di cuore in modo che ognuno ne abbia una metà, così ciascun symbolon rappresentava la parte del tutto, una sorta di sineddoche materiale che si perpetrava nel tempo.

Considerando questa definizione, è necessario capire chi erano i principali soggetti coinvolti:

  • ospiti, alleati, amici
  • parenti

Vediamo due esempi in letteratura per capire meglio:

 

1.SEGNO DI RICONOSCIMENTO TRA OSPITI

Nella Medea di Euripide, Giasone ripudia la moglie Medea per spostare un’altra donna, la caccia di casa coi figli e le rivolge queste ciniche parole:

Non ho intenzione

di disquisire ancora con te su questi argomenti.

Ma se vuoi avere un sostegno in denaro

per i figli o per te stessa durante l’esili,

dimmelo: sono pronto a offrirtelo con generosità

e a mandare contrassegni ai miei ospiti,

che ti tratteranno con ogni riguardo.

[E. Med. 609 ss. Trad. it. A. Tonelli, p. 1507]

Giasone al verso 613 utilizza il termine symbolon per indicare i contrassegni per gli ospiti.

Nell’antica Grecia l’ospitalità (ξενία, xenía) era un valore fondamentale e dal quale non ci si poteva sottrarre. Essa consisteva nel rispetto reciproco tra il padrone di casa e l’ospite che aveva chiesto ospitalità e che, in virtù di questo, riceveva cibo, vesti, doni. Una volta posto in essere tale rapporto, questo perdurava nel tempo e il padrone di casa, a sua volta, in futuro poteva vedersi ricambiata tale ospitalità. Alla base vi era, quindi, lo scambio di un symbolon, un contrassegno, per la futura identificazione delle parti. Si stringeva un’alleanza, un’amicizia che perdurava nel tempo e nelle future generazioni [Per approfondire il concetto di ospitalità: https://www.britannica.com/place/ancient-Greece/Early-Archaic-Greek-civilization#ref61913].

 

2. SEGNO DI RICONOSCIMENTO TRA PARENTI

Nella Ciropedia di Senofonte, si ricorda anche il principe persiana Abradate, inizialmente contrario a Ciro e con il quale poi si alleò per intercessione della sua stessa moglie Pantea. Al capitolo 6.1.46 si legge:

Quando Abradate riconobbe il contrassegno della moglie e capì come stavano le cose, volenteroso si incamminò alla volta di Ciro , portando duemila cavalli con sé. Giunto agli avamposti persiani, mandò a dire a Ciro chi era. Ciro subito diede ordine che venisse condotto dalla moglie.

Pantea inviò al marito degli contrassegni per farsi riconoscere, segni che solo loro due evidentemente conoscevano. Ecco un altro esempio, quindi, della valenza sociale del symbolon come segno di riconoscimento e di identità tra le parti.

[Per approfondire gli argomenti trattati, segnalo anche la bibliografia indicata nell’Oxford Classical Dictionary].

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