Eros e Psiche, una favola d’amore

Eros e Psiche, cronache di un amore

Psiche era una bellissima mortale e ben presto Afrodite ne divenne gelosa e volle punirla: inviò il figlio, Eros, a colpirla con le sue frecce in modo da farla innamorare dell’uomo più brutto della terra. Per sbaglio il giovane dio colpì se stesso e si invaghì della giovane.

Era talmente bella da non riuscire a trovar marito perché tutti i pretendenti si scoraggiavano al suo cospetto.

Testa di Psiche. Foto da Archivio Beazley.

Un oracolo profetizzò, quindi, che i genitori l’avrebbero dovuta agghindare come una sposa e portarla in cima ad una roccia perché lì un mostro l’avrebbe presa in moglie. Gli amorevoli (???) genitori ubbidirono.

La ragazza, una volta rimasta sola, fu trasportata dal Vento in una valle sperduta. Si risvegliò nel giardino di un palazzo marmoreo e fu subito servita e riverita da una folta schiera di schiave, passando le sue giornate nel benessere e nello sfarzo. Ogni sera, però, il signore del palazzo, il mostro di cui l’oracolo profetizzò e ormai suo compagno, giaceva con lei. Il patto tra i due novelli amanti era che lei non avrebbe mai dovuto vedere il volto mostruoso del marito o lo avrebbe perso per sempre.

Ben presto la nostalgia di casa bussò al cuore della giovane e così chiese al compagno di poter trascorrere per qualche giorno la sua famiglia per poi far ritorno da lui. Egli acconsentì. Grande festa e onori le furono tributati, ma le invidiose e gelose sorelle le suggerirono di venir meno al patto e guardarlo in viso.

Una volta fatto ritorno al suo palazzo, Psiche aspettò la notte per spiare il volto dell’amante dormiente. Gli si avvicinò con una lampada  e vide un bellissimo giovane. Una goccia d’olio bollente della lampada, purtroppo, cadde sul viso dell’amato che scappò per non far più ritorno, così come le era stato intimato sin dall’inizio del matrimonio.

MA CHI ERA QUESTO MISTERIOSO SPOSO? ERA EROS, IL DIO DELL’AMORE!

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Psiche ed Eros dormiente. Gemma T122. Foto da Archivio Beazley.

Perso il suo amore, Psiche iniziò a errare sola per il mondo e senza alcun aiuto divino.

Afrodite, gelosa della sua bellezza e irata dell’affronto subito a causa della tresca col figlio in realtà inviato per punirla, promise a chiunque le avesse portato la giovane ben sette baci divini. La notizia giunse a Psiche e, infatti, fu lei stessa ad andare dalla dea per chiedere pietà ma in cambio fu solo rapita, torturata e sottoposta a indicibili fatiche.

Eros non riuscì a dimenticarla e così la salvò portandola sull’Olimpo e sposandola al cospetto degli dei. Zeus le donò l’immortalità e ben presto i rapporti con la suocera divina si appianarono.

Nella versione di Apuleio si narra che Afrodite, per il dolore di vedere sofferente il figlio per amore, perse una parte della sua bellezza e inviò Psiche negli Inferi per chiedere a Persefone una parte della sua beltà. La giovane andò e la dea le consegnò uno scrigno nero con la sua bellezza all’interno. Psiche decise, però, di prenderne una piccola parte (sperando che acquistando più bellezza avrebbe riconquistato il suo amato) per lei prima di consegnare quel prezioso dono ad Afrodite, ma su di lei ebbe un effetto inaspettato e cadde in un sonno eterno. Eros la salvò, si ricongiunse a lei e, col consenso divino, la sposò.

Psiche dona uno scrigno ad Afrodite per placare la sua rabbia. Foto da Archivio Beazley.
EROS E PSICHE, ALLEGORIA dell’AMORE E dell’ANIMA

Eros, come si legge nel Cratilo di Platone, rappresenta solo uno dei diversi aspetti del sentimento amoroso:

Riguardo ad ἔρως [=amore], invece, poiché εἰσρεῖ ἔξωθεν [= penetra dall’esterno] e la ῤοή [= corrente] stessa non appartiene a chi la possiede, ma è entrata dal di fuori attraverso gli occhi, per questo esso venne detto ἔσρος [= esros] dall’ ἐσρεῖν [= dal penetrare], dato che si usava l’ οὖ [o] invece dell’ [o], mentre ora viene chiamato ἔρως [=amore] per la sostituzione dell’ [o lunga] al posto dell’ οὖ [o breve].

[Pl. Cra. 419E – 420 B. Trad. it. G. Reale, p. 166. Per un approfondimento, consiglio la lettura dell’approfondimento Pothos, Eros e Himeros. Gli eroti del sospir d’amor ].

Psiche è, invece, l’anima. Un esempio nella produzione attica è l’hydria PARA 164.31TER: Achille corre accanto al suo carro intorno alla tomba di Patroclo. Sopra il tumulo funerario è raffigurato un piccolo eidolon  (εἴδωλον, “apparizione, fantasma, spettro”) raffigurato come  un guerriero armato. A destra, parte di una donna in lamento e, in fondo al tumulo, un leone.

Hydria con Achille su carro ed eidolon con scudo. Gruppo di Leagros (fine VI sec. a.C.). Münster, Universität: Archäologisches Museum (inv. 565). Foto da Archivio Beazley.

    L’eidolon è interpretato dagli studiosi come l’anima di Patroclo e, infatti, sulla destra è scritta la parola φσυχε (Psiche, “anima”):

Gruppo di Leagros (fine VI sec. a.C.). Münster, Universität: Archäologisches Museum (inv. 565). Foto da Archivio Beazley.

Da un punto di vista iconografico, Psiche è rappresentata come una farfalla. Ne è un esempio questa splendida gemma che raffigura il matrimonio con Eros e dove lei è raffigurata con le ali dell’insetto:

Foto da Archivio Beazley.

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