Il make-up e la cura del corpo nell’antica Grecia

Uno degli articoli che ha riscontrato maggior successo (grazie!) è quello sui medicamina faciei delle donne romane: Il make-up nell’antica Roma. Ho pensato, quindi, di ampliare questo studio e approfondire quali erano i prodotti e le tecniche adottate per la bellezza e la cura del corpo e il make-up nell’antica Grecia.

Iniziamo…

«Se esci d’estate, due rivoletti neri scendono dai tuoi occhi; il sudore produce strisce rosse sulle tue gote e sul tuo collo; e quando i tuoi capelli toccano il viso si sporcano di pittura bianca» [Trad. it. di R. Alterocca]

Sono queste le parole pronunciate da un ateniese contro una donna eccessivamente truccata nella commedia Stephanopolides (Le venditrici di corone) di Eubulolo. Accuse fondate? Beh, di certo le donne greche tenevano molto al loro aspetto e la cura per il corpo raggiungeva altissimi livelli: un ossimoro, tuttavia, considerando la tossicità dei prodotti usati.

Vediamo, allora, cosa si nasconde dietro il perfetto make-up nell’antica Grecia!
TRUCCO

La pelle del viso era schiarita con lo psimíthion, un tipo di biacca (carbonato di piombo), o con antimonio in polvere. L’effetto del moderno blush, infine, si aveva applicando il minium (ossido di piombo), dal tipico colore sui toni del rosso, o succo di more.

Per tingere di rosso le labbra si usava l’ánchousa , una sostanza ricavata da un’alga  (phukos) o dalla pianta omonima (Anchusa tinctoria o Alkanna tinctoria), oppure il  minium, il porpurissum o il succo di more.

Le ciglia erano scurite con lo stímmis, una tintura scura ricavata dall’antimonio, o col fuligo. Il tutto era fissato applicando una mistura di bianco d’uovo e gomma ammoniacale.

Le sopracciglia erano scurite con nerofumo o antimonio in polvere.

Le palpebre erano colorate con polvere di antimonio, noccioli bruciati, ocra, croco, ossidi di ferro e rame e polvere di minerali, quali caolino, malachite, crisacolla e galena (quest’ultima era alla base del kohl,altra sostanza scurente usata per il trucco degli occhi).

Per l’applicazione del trucco si usavano pennelli.

«La Parigina», Palazzo di Cnosso, Creta, XVII sec. a.C. Foto da commons.wikimedia.org
CREME, MASCHERE E DEPILAZIONE

Accertato è anche l’uso di creme e maschere a base di latte e farina o di origine vegetale al fine di contrastare rughe e macchie, di certo accentuate dall’uso delle sostanze dannose per la pelle precedentemente elencate.

Per la depilazione si usavano apposite pinzette o rasoi e una mistura a base di orpimento (solfuro di arsenico), di origine minerale, e calce.

Scena domestica, donna con specchio e alabastron durante la toletta. Kylix attica a figure rosse,  ARV² 432.60. Douris (500-460 a.C.). Pargi, Musee du Louvre, inv. S1350. Foto da Archivio Beazley.
DEODORANTI, OLI E PROFUMI

Comuni erano gli unguenti di origine vegetale e i profumi erano estratti da fiori e avevano una base oleosa.

Lo studioso W. Durant, nell’opera The Story of Civilization. The life of Greece, riporta la testimonianza di aNTIFANE: «una dama di alta casta usa olio di palma sul viso e sui seni, maggiorana sulla sopracciglia e sui capelli, essenza di timo per la gola e le ginocchia, menta sulle braccia, mirra sulle gambe e sui piedi.» Molti erano, quindi, i prodotti cosmetici usati dalle donne.

Per la pulizia del corpo e detergerlo dal sudore e dalla polvere, come si evince anche dalla rappresentazioni vascolari attiche, si usava uno strumento apposito: lo strigile. Esso era in metallo, aveva la forma di una mezzaluna e, passato sul corpo, raccoglieva lo sporco. Per facilitare il movimento e la pulizia erano applicati oli.

Per prevenire la traspirazione era usato olio di mastice e per nascondere il cattivo odore si usavano unguenti profumati.

Atleta con strigile. Epiktetos (525-500 a.C.). Anfora a collo distinto ARV² 193. Vienna, Kunsthistorisches Museum, inv. 3723. Foto da Archivio Beazley.
TINTURE E PASTE DENTIFRICIE

I capelli erano colorati con speciali tinture a base vegetale e frizionati con unguenti per favorire la ricrescita e la protezione dal sole.

Per l’alito si masticava una sostanza a base di mastice e polvere di pomice o piante aromatiche.

[Se vuoi approfondire un altro aspetto fondamentale delle donne nell’antica Grecia qual è il vestiario, ti consiglio la lettura dell’articolo Sulle vesti e gli accessori femminili.]

A. R.

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2 commenti

  1. Francesco Paolo Sebastio

    Devi raccogliere tutto in un volume è giusto che che tu lo faccia,e sarebbe bello che il Comune te lo pubblicasse, come giusto tributo a quanto hai fatto e fai per la diffusione del nostro patrimonio archeologico

    1. Portare avanti da sola questo progetto (sia il blog che la pagina Facebook) non è facile, ma leggere commenti come il tuo mi riempie di gioia e forza nel proseguire. Grazie infinite! Ho già pubblicato qualcosa, usando il mio vero nome e non lo pseudonimo “La Ceramica Antica”, e mi piacerebbe raccogliere tutto il materiale di questo blog in un volume e approfondire ancor più ogni argomento: un sogno nel cassetto che spero di realizzare presto.
      Gentilissimo Francesco Paolo, oggi tu mi hai regalato un sorriso…

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